Pagina:Memorie storiche di Arona e del suo castello.djvu/51

Da Wikisource.

e del suo castello - libro secondo 37

come beni caduti in contravvenzione al disposto dello statuto. Stanco Ariberto delle violenze che gli venivano continuamente fatte dai rettori di Novara, e preso parere da Enrico Da Settala, eletto arcivescovo di Milano, cesse ai Novaresi i beni in questione 1. Convien dire che questo abbate fosse un uomo ben avveduto ed intraprendente; chè alli 27 di marzo dello stesso anno gli venne dai monaci fatta generale procura per acquistare, vendere, permutare, e fare quanto avrebbe creduto utile al monastero. Nel 1204 ottiene da Jacopo di Medina (ora Meina) e da Bellino de Lexia (ora Lesa) gui gerebant vicem domini Archiepiscopi (che erano giudici costituiti nel Vergante dall'arcivescovo Filippo Lampugnano) una sentenza favorevole contro Guitacco e Giovanni, de’ quali si ignora il nome, per il possesso di un campo situato in Meina; e nel 1203 vince un’altra lite contro Giacomo De Abbate di Lesa, e fa aggiudicare al monastero una quantità di terreni in quel territorio. Nello stesso anno resosi padrone delle acque e canali del territorio di Arona, investì sotto li 15 agosto certo Enrico Basso di Arona del diritto perpetuo di fare un canale per derivare le acque, unde possit ducere seu trahere aquam, quœ exitur de fontana Gerenzana, que est juxta fontanam de Sedazada desupra in territorio Aronæ. Queste fontane esistono ancora al dì d'oggi; la rima è quella che nasce in un fondo arativo del compendio della massarìa Soldana, e che, mediante canale sottoposto a quello della roggia dei molini, scorre nel fondo così detto il monastero a ponente di Arona, tra la strada per Oleggio Castello e la collina. La seconda si

  1. Bianchini, delle cose rimarchevoli di Novara a pag. 68.