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DI LIONARDO DA VINCI. 101

te, e a messer Francesco Melzi1, sì perchè contengono de’ ragguagli interessanti la vita di Lionardo e la storia de’ nostri ca-


  1. Io ho sospetto che la mia poca rimunerazione de’ gran benefizj, che ho ricevuti da V. E. lo abbiano alquanto fatto isdegnar meco, e che per questo sia che di tante lettere scritte a Vostra Signoria io non ho mai avuto risposta. Ora mando costì Salai per far intendere a V. Signoria come io sono quasi al fine del mio litigio, che ho co’ miei fratelli, e come io credo trovarmi costì in questa pasqua, e portare con meco due quadri di due Nostre Donne di varie grandezze, le quali son fatte pel cristianissimo nostro re, o per chi a V. Signoria piacerà. Avrei ben caro di sapere alla mia tornata costà dove avrei a stare per la stanza, perchè non vorrei dare più noja a Vostra Signoria: e ancora avendo lavorato pel re cristianissimo, se la mia provisione è per correre o no. Io scrivo al presidente di quell’acqua che mi donò il re, della quale non fui messo in possessione perchè in quel tempo n’era carestia nel naviglio per causa de’ gran secchi e perchè i suoi bocchelli non erano moderati; ma ben mi promise che fatta tal moderazione io ne sarei stato messo in possessione. Sicchè io riprego Vostra Signoria che non le incresca ora che tai bocchelli son moderati di far ricordare al Presidente la mia expeditione, cioè di darmi la possessione di detta acqua, perchè alla venuta mia ispero farvi su stromenti e cose, che saranno di gran piacere al nostro Cristianissimo Re. Tratta dal cod. atlantico al fol. 310, e una consimil ve n’ha al fol. 364, ove pur trovasi la seguente: Magnifico Presidente. Essendomi io più volte ricordato delle proferte fattemi da V. Eccell., più volte ho presa sicurtà di scrivere e di ricordarle la promessa fattami all’ultima partita, cioè la possessione di quelle 12 once d’acqua donatemi dal cristianissimo Sire. Vostra Signoria sa che io non entrai nel possesso di essa, perchè in quel tempo v’era caristia d’acqua nel naviglio, sì pel gran secco, come per non esserne ancora moderati i bocchelli..... di poi intendendo essere acconcio il naviglio, io scrissi più volte a Vostra Signoria e a Messer Girolamo da Cusano, che ha presso di se la carta di tal donazione: così scritti al Cornigero (il Tanzi più volte mentovato), e mai non ebbi risposta. Ora io mando costì Salai mio discepolo ap-