Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/132

Da Wikisource.

DI LIONARDO DA VINCI. 121

di ciò che onorar poteva il Vinci, e della morte sua fra le braccia reali non solo non parla; ma dice che il re la morte ne seppe dal Melzi1.

Che il mentovato zio di M. Francesco Melzo andasse ad Amboise, lo rilevo dall’estratto d’una procura in lui fatta dal mentovato de Vilanis, che trovo fra le carte dell’Oltrocchi senza nota donde l’abbia tratto2.


  1. »Pianse mesto Francesco re di Franza
    »Quando il Melzi, che morto era gli disse
    »Il Vinci, che in Milan mentre che visse
    »La cena pinse che ogni altr’opera avanza.
    Nei Grotteschi, Pag. 109.
  2. »Nel 1519 li 29 Agosto in Amboysa il predetto Batista de Vilanis, al presente servitore del nobil huomo M. Francesco da Melzo gentilhomo di Milano pensionario del Re nostro Signore nomena e constituisce etc. il nobil homo et Magnifico M. Hieronymo de Melzo Gentilhomo residente in Milano suo certo nunzio e gli dà piena autorità et mandamento di pigliare possessione de la suddetta medietà del jardino lasciatogli da Leonardo de Vince e di poter dividere et partire la detta medietà con M. Salay ratificando la divisione che sarà da lui fatta ec., anzi gli dà autorità di poter venderla, alienare ec. e dando qualunque facoltà e pegno. «Nello stesso foglio dell’Oltrocchi trovo la nota di cui si parlò dianzi de’ 300 scudi del Sole depositati da Lionardo nel 1514, e riscossi dai fratelli nel 1520. Fra le summentovate carte dell’archivio de’ Gesuati una ve n’ha de’ 30 marzo 1534 in cui parlasi d’una porzione di vigna venduta da Mess. Gerolamo Melzo, come procuratore di Giambattista de Vilanis, parte a Gesuati medesimi, e parte a Lorenzo de’ Capirolis.

i