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DI LIONARDO DA VINCI. 169

ne pubblicò 59, e tutti questi quasi di sole caricature. Altri ne incise Cooper in nove tavole, per lo piú relativi ai movimenti del corpo umano. Il sig. card. Silvio Valenti comperonne poi gli originali, almeno in parte. Son noti presso di noi i disegni vinciani pubblicati dal Gerli, e dal Mantelli, oltre quello della Cena intagliato da prof. Aspari.

Dal Vasari e dal Lomazzo troviamo fatta menzione d’altri disegni che si sono perduti, come i due fanciulli mostruosi nati presso Milano; i disegni d’armati e d’armi fatti pel Borri; di mulini che aveva il Figino, di contadini ridenti in numero di 250 posseduti da Avrelio Luino; quei della notomia dell’uomo veduti dal Vasari presso messer Francesco Melzo, e quei della notomia del cavallo, che perderonsi al partire di Lodovico il Moro.

Alcuni ve n’ha ancora nella galleria dell’Arcivescovato, molti presso il De Pagave e nel mentovato codice triulziano, e qualcheduno presso i colti nostri raccoglitori. N’è pur rimasto alcuno presso di noi, che avevamo anche il suo ritratto fatto da lui stesso con matita rossa. Fu questo preso per trasportarlo a Parigi, ma non vi giunse; e ’l cit. Gault Saint-Germain, dice che fu rubato a Coni1.


  1. Vie de Léonard de Vinci. Pag. lxxx. Quel disegno è stato inciso da Gerli. Tav. i.

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