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dominio si venne alla distribuzione delle Tribù, ed alla numerazione del censo. Fra queste ve ne fu una cui fu dato il nome di Tribù Sabate. Sebbene la Storia non ci ponga effettivamente al chiaro dei popoli che la componevano, è certissimo che l’Oppidum distrutto da terremoto o da qualche inondazione del lago, secondo il sentimento de’ più volte citati Sozione e Cluverio fosse la Sabazia, e che già ne avesse il Senato un’idea sicura della sua esistenza e respettiva caduta, ed esistendo Trevignano fin d’allora, potesse egli pure essere a parte della medesima, e contemplato del pari nei gran registri della Romana Repubblica, non come città, perchè non la era e non potea esserlo, ma come semplice terra popolata anche di molto in virtù delle spesse abitazioni che come dirò qui appresso nel suo territorio esistevano. Sembrerà forse a taluno, che conosce in oggi la piccola estensione di Trevignano esser questa un ipotesi stravagante e poco sensata, ma qualora si faccia più esatta riflessione ai ruderi diversi di antichissimi fabbricati, che si scorgono dentro il lago in quella parte detta li Tufi nelle vicinanze appunto del nostro Trevignano non sarà difficile il credere che assai più esteso egli fosse di quello è presentemente. Può anche darsi che osservandosi parimenti non poche vestigia di antichissime fabbriche quà e là rinvenute nella campagna di tutto il nostro territorio, gli acquedotti di piombo scavati in alcuni campi, i bacini tuttora esistenti di mole ad olio, che sonosi non ha guari scoperte in diversi luoghi, colle respettive macine infrante bensì, ma che conservano ancora la primiera loro figura, e che attestano egualmente la vastità degli oliveti e dei piantati d’ogni genere, che coprivano quel suolo affatto nudo al presente, e non coltivabile che ogni quattro anni, secondo la divisione dei quarti che da varii secoli è in uso, oltre le tante monete di rame e di argento, che spesso si trovano in quei luoghi, le fornaci antichissime per la costruzione dei mattoni, che tuttora si conoscono, per cui da immemorabile tempo hanno pur dato il nome di Campo la Fornace, di Campo la Macine ed altre denominazioni di oggetti, che erano già esistiti in tempi assai lontani, può darsi ripeto, che osservandosi tutte queste cose fosse la popolazione in quei remotissimi tempi rispettabile per conseguenza nel numero e condizione, e perciò riguardata come facente parte della medesima ed in contemplazione della città Sabazia che più non esisteva fosse onorata e distinta col nome di Tribu Sabate. Niente però di certo può fissarsi dopo un lasso di tanti secoli e di una serie immensa d’innumerabili luttuose vicende a cui fu soggetta la capitale dell’universo, e dalle quali non andarono pur troppo esenti le altre città e Terre che le stavano vicine, ma è certo che questa se più non esisteva anche nel primo nascere di Roma le era però noto, che essa figurato avea in questa contrada, non come città di seconda Classe ma come capitale la più rispettabile del