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ti in considerabile tratto, specialmente in tutta la bella estensione dei piani del territorio trevignanese, che circondano la spiaggia dal confine di Pollina a quello di Vicarello per uno spazio di quasi cinque miglia, il che produsse fin d’allora gravissimi danni tanto riguardo alla perdita del terreno, che dell’annuale prodotto. Bisogna anche di più notare che una tale elevazione delle acque, oltre di aver recati così notabili danni alle altrui prediali sostanze dilatando così l’antico e primitivo confine del Sabatino portò a Trevignano istesso non poco danno, poichè essendo un tempo discosto dalla spiaggia quasi 100. passi fu costretto vedere le acque battere nelle mura delle sue case in tutta la linea del mezzo giorno, e furiose talvolta penetrando nel paese inondare le più riposte. Questo fu appunto il risultamento che si ebbe da un operazione di tal natura, che se produsse un vantaggio ben grande per gli opificii di Roma, fu di gran lunga maggiore il danno che recò alle altrui proprietà: tuttavia dovè riguardarsi allora come un opera degna dell’antica grandezza e potenza romana. Quest’Acquedotto pertanto è a giusto titolo stimato dagli intelligenti dell’arte forse il più perfetto di quanti altri sono stati costrutti sotto la romana potenza e posteriormente ancora, si per l’esatta livellazione e magnificenza, quanto per l’acqua abbondante tutta di sorgenti limpidissime, allacciate con immensa spesa nelle montuose macchie di Manziana, Bracciano, Vicarello e Bassano richiamate per mezzo di altrettanti piccoli bracci nella grande forma, il lavoro de’ quali non può certo valutarsi per quello che essi meritano, se non dai medesimi ingegneri della Presidenza delle acque e da chi si è preso il piacere di perlustrarli nel loro immenso giro, come feci io stesso sono già anni con l’ajuto di persona pratica, e be ne istruita di quei luoghi difficili e cotanto impraticabili. Riunito in tal guisa tutto il volume di tante sorgenti scende l’Acque, dotto Trajano dalle sopradette macchie di Manziana e Bracciano dentro Vigna Orsini, ove si scorge tuttavia un braccio di acquedotto, che a tempo dell’Imperator Trajano dovea condurre acqua per fornire alcune conserve ivi esistenti, e costruite all’uso dei bagni dolci sulle quali posar dovevano Busti e Statue per guarnire forse la galleria del bagno come sembra indicare un busto di marmo ivi trovato non che diverse colonne di granito rosso, che si trovano tuttavia rotte, e mezze sepolte lungo la via Aurelia sotto la suddetta vigna, indizio ben certo di qualche antico rispettabile locale destinato o per Villeggiatura o per trattenersi nel corso del bagno in quel luogo anche in oggi delizioso, sebbene ridotto ad oliveto e vasto vigneto. Passando quindi al di sopra di Terra-sona traversa la via Aurelia, e viene a comparire presso la Mola di Vicarello sopra maestoși archi fino alla strada maestra, in cui tornando a seppellirsi dentro l’oliveto detto delle donne,