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arco traiano 107

un altro particolare non men degno d’osservazione: abbiam visto che su questo lato destro della facciata interna del monumento si sovrappongono tre quadri, i quali successivamente esprimono l’ingresso di Traiano in Roma all’assunzione al trono, l’appellativo di Padre della Patria, il primo trionfo Dacico, cioè tre azioni che si riferiscono ai fatti militari di lui; e che sull’altro lato, il sinistro, si sovrappongono due quadri riguardanti l’amministrazione civile; e vedremo che il sesto quadro si riferisce a fatto della famiglia, e quindi neppur militare. Dunque l’artista ha avuto il preconcetto di rappresentare le azioni civili da un lato e le militari dall’altro.

Sesto quadro grande (dell’attico, sulla facciata interna, a sinistra dell’osservatore) Tav. XIX.

In questo quadro Rossi vede rappresentata l’apoteosi di Marciana, sorella di Traiano. Come fondamento alla sua ipotesi stanno varii fatti, principalissimo l’amore che l’imperatore nutrì per lei, e l’affetto che la strinse con Plotina, di lui moglie. Questo affetto ebbe a sostrato la squisita educazione e la eccelsa bontà d’animo delle due illustri donne, le quali doti Plinio tratteggia stupendamente nel suo panegirico a Traiano:1 Soror autem tua, ut se sororem esse meminit! ut in illa tua semplicitas, tua veritas, tuus candor agnoscitur! ut, si quis eam uxori tuae conferat, dubitare cogatur, utrum sit efficacius ad recte vivendum, bene institui, aut felicier nasci.

Per tanto amore che portava alla sorella Traiano intitolò da lei Marcianopoli una città della Misia. E che Marciana fu deificata dal fratello trovasene un documento nell’arco a Traiano in Ancona, dove leggesi scritto nell’attico, a fianco dell’iscrizione dedicatoria a Traiano, l’altra: Divae Marcianae Aug. Sorori Aug. Traiano aveva deificato pure suo padre adottivo Nerva.

Questo della deificazione, per uso tramandato ai Romani dai Greci2, era un atto che si compiva fra molte cerimonie solenni, sia per ragion politica sia per alta manifestazione dell’affetto verso gli augusti congiunti. Da prima fu riserbato soltanto agli imperatori, ma poi passò anche ad onorare i loro augusti congiunti e

  1. Capit. LXXXIV.
  2. Montfauçon, op. cit. vol. V. pag. 163.