Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/289

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via appia 263

Benevento, e finalmente poco dopo il 510 il prosieguo sino a Brindisi. Una maggiore disamina dell’argomento mi porterebbe troppo fuori i confini di questo lavoro.

Per opera di chi sia stata prolungata gli storici ed i critici non hanno potuto affermar di consenso; onde me ne tolgo di briga anch’io, meno competente di loro.

Non vi è contrasto intorno al corso o topografia dell’Appia da Roma a Benevento: essa, uscendo da Porta Capena, oggi S. Sebastiano, passava per Aricia (oggi Albano), Terracina, Fondi, Formia, Minturno (oggi distrutta) sul Liri, Sinuessa (oggi Sessa Aurunca), Casilino1, Capua (l’antica, cioè Santa Maria di Capua o Capua Vetere), per Galatia o Calatia (presso Maddaloni, e quindi differente da Caiatia, oggi Caiazzo al di là del Volturno), per Santa Maria a Vico, Arienzo, Caudio (il cui sito è controverso, mettendolo alcuni ad Arienzo, altri a Paolise, altri a Bonea ed altri a Montesarchio), e finalmente arrivava a Benevento. Questo tratto da Caudio a Benevento è quello che segnatamente ci interessa, e sul quale Pratilli2 ha assai errato.

Tralasciando la discussione sul sito dell’antico Caudium, la quale potrebbemi tirar troppo fuori di carreggiata, passo oltre Montesarchio, avvicinandomi a Benevento.

Ad oriente di Montesarchio prende a scorrere verso la valle del Sabato un torrente, il quale conserva per lungo tratto il nome Corvo, e solo in vicinanza di Benevento assume quello di Serretella. L’Appia, lasciando Montesarchio, seguiva la pianura che si stende fra questo e il piede delle colline che fan da scarpa al monte Taburno, e si appressava al sito dove oggi è la ripida discesa di Sferra Cavallo. Ma di qua doveva seguir altro corso che quello della presente via rotabile; forse appoggiavasi alla mezza costa del colle a sinistra, e per causa dei franamenti vi dovè scomparire ogni traccia di antico.

Scendendo, perveniva di poi ad incontrare per la prima volta il torrente Corvo al luogo dove dicesi Tufara ed esiste l’antico ponte omonimo, fra i tenimenti di S. Martino Sannita e Monte-

  1. Vedi a pag. 249.
  2. Op. cit. pag. 399 e seg.