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22 arco traiano


E poi considero che necessariamente l’Architetto, dovendo piantare le pilastrate su solida base, abbia dovuto far ricorso a quel genere di sostruzione, anzi che all’ordinaria muratura, che, per l’ineguaglianza della via e per altre cause accidentali, si sarebbe potuta corrodere in prossimità della superficie stradale.

Aggiungo che se quei massi di pietra calcarea grezza avessero dovuto far l’ufficio di zoccolo, la loro risega rispetto allo zoccolo dello stilobate non sarebbe stata tanto eccessiva, di centimetri sessantacinque allo esterno verso la campagna e di centimetri trentaquattro su i due lati minori, esternamente; e che la disuguaglianza della risega sui varii lati è il maggiore argomento che quella munizione sia tutt’altro che un sottozoccolo, come lo segna il Nolli.

Non dissimulo però che con l’aggiunta del sottozoccolo la massa acquisterebbe altra sveltezza; e fo voti che nella costruzione della piazza presso l’Arco, e nei relativi riaccordi delle livellette si metta allo scoverto il rustico della base suddetta.

Mentre lo stilobate ricorre diritto e le quattro colonne, su ciascun fronte, sono situate coi loro assi nel medesimo piano verticale, la trabeazione che sopportano è profilata in maniera da suddividere la massa, dando nascimento ad un corpo avanzato sul centro, in corrispondenza del canto esterno delle colonne prossime all’Arco, a due fondati negli intercolunnii tra le precedenti e le colonne d’angolo e ad un nuovo risalto su queste ultime, pari alla sporgenza del corpo di mezzo. Lo stesso notasi dell’attico.

Ben censiderando, si deve convenire che l’Architetto si avvisò giustamente con tale partito, che alleggerisce la massa generale, togliendo la monotonia del predominio delle ricorrenze orizzontali sulle verticali, e queste meglio richiamando all’occhio.

Nè meno giudizioso è lo scompartimento degl’intercolunnii sui fronti principali delle pilastrate, imperocchè il più basso quadro è determinato naturalmente dalla ricorrenza dell’imoscapo delle colonne e della cimasa d’imposta dell’arcata, il più alto è determinato dalla ricorrenza dell’astragalo e dell’architrave; e poichè la rimanente altezza sarebbe stata eccessiva per un terzo scomparto, così è stata suddivisa in due, in uno minore immediata-