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atto terzo | 303 |
giunse di Creta il messaggiero, e seco
cento legni seguaci...
Cleonice. E ben! fra poco
l’ascolterò.
Barsene. Ma l’inquieto Olinto,
non potendo soffrir che regni Alceste,
col messaggio s’uní. Sparge nel volgo
che Fenicio l’inganna,
che sosterrá veraci i detti sui,
e che ’l vero Demetrio è noto a lui.
Cleonice. Aimè, Fenicio!
Fenicio. Eh! non temer. Sul trono
con sicurezza andate:
si vedrá chi mentisce.
SCENA ULTIMA
Olinto, portando in mano un foglio sigillato, ambasciatore cretense, séguito de’ greci, popolo e detti.
Il ciel non soffre inganni. In questo foglio
si scoprirá l’erede
dell’estinto Demetrio. Esule in Creta,
pria di morir lo scrisse. Il foglio è chiuso
dal sigillo real. Questi lo vide
(accennando l’ambasciatore cretense)
da Demetrio vergar; questi lo reca
per pubblico comando; e porta seco
tutte l’armi cretensi
del regio sangue a sostener l’onore.
Cleonice. Oh dèi!
Fenicio. Leggasi il foglio. (ad Olinto)