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di rabbia freme e di pietá sospira,
e mi si desta il pianto in mezzo all’ira.
Cosí fra i dubbi miei
son crudo a me, non son pietoso a lei.
Passeggier, che su la sponda
sta del naufrago naviglio,
or al legno ed or all’onda
fissa il guardo e gira il ciglio:
teme il mar, teme l’arene;
vuol gittarsi e si trattiene,
e risolversi non sa.
Pur la vita e lo spavento
perde alfin nel mar turbato.
Quel momento fortunato
quando mai per me verrá?
ATTO TERZO
SCENA I
Campagna su le rive dell’Eufrate, con navi che sono incendiate. Mura de’ giardini reali da un lato, con cancelli aperti.
Ircano con séguito di sciti armati, parte su le navi, e parte su la riva del fiume.
la sposa attendo. Il nuovo sol giá nasce,
e Sibari non torna. Ah! qualche inciampo
all’impresa trovò. Ma genti ascolto:
è Sibari che vien; Tamiri è mia!
Compagni, ora vi bramo
Solleciti a partir. (alle guardie sulle navi)