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tettori di Cremona; la quale allora trovavasi nella chiesa di San Tommaso. Ma di questa chiesa scrisse il Campo l’anno 1585 nella Cremona illustrata (p. 11.) ch’ella stava allora per ruinare, e già n’era caduta la torre, e perciò li corpi santi dovevano trasferirsi nella chiesa Cattedrale.

(62) Riferisce quest’opera come tuttora esistente Antonmaria Panni nel Rapporto delle pitture di Cremona, ivi impresso l’anno 1762 (p. 82.); ma la dice del 1494, ed in vece de’ due Apostoli mette San Paolo e Sant’Antonio.

(63) Di Paolo, Giuseppe, ed Evangelista del Sacca Cremonesi, come bravi lavoratori di tarsia, fa memoria il Campo (Cremon. Ill. p. liiii. ec.); ma di questo Filippo egli tace affatto. L’opera di lui andò forse disfatta, non vedendosene fatto indizio dagli scrittori delle cose notabili di quella città.

(64) L’autore qui scrisse, secondo che avrà forse inteso da mal informate persone, che in quest’arca v’è il corpo di San Mauro, laddove quelli vi sono de’ Santi Martiri Mario e Marta. Ma non cadde nell’errore del Vasari (T. VIII p. 365.) col farne scultore di essa Geremia di Cremona; e vi avrà probabilmente lette le parole, che ancora si veggono, i. a. amadeo f. h. o. mcccclxxxii. die vi. octobris. Questo anno riporta il Zaist nel citato libro (T. I. p. 34.), a differenza del Panni (Rapporto ec., p. 127.), il quale ne mette il mccccxxxii. ed a fronte della leggenda stessa, ch’egli adduce, fa Geremia autore dell’opera. Il Co. Iacopo Carrara ciò gli rimprovera giustamente; ma gli fa poi buono l’anno mccccxxxii. (Lettere pittor. T. V. p. 278.).

(65) Di chiaro nome è Guido Mazzoni, altramente detto Paganino, Modonese, siccome quel-


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