Pagina:Michiel - Notizia d'opere di disegno, 1800.djvu/253

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cademia picturae eruditae, P. II. Lib. III. p. 204. Baldinucci, Dec. IX. P. II. sec. III. T. IV. p. 96. Descamps, La vie des peintres flamands, allemands et hollandois, T. I. p. 10.). Fuvvi anche Gerardo Horebaut di Gant, il quale ebbe grande riputazione, e fu nominato suo primo pittore da Enrico VIII Re d’Inghilterra (Baldinucci, Dec. I. P. I. Sec. III. T. III. p. 62. Descamps, T. I. p. 77.).

(139) L’esimio Codice qui dinotato, contenente il Breviario Romano, è cosa di tanto merito, che non è da maravigliarsi, se il Cardinale Domenico Grimani lo acquistò al grande prezzo di cinquecento zecchini, lo tenne sempre carissimo, e volle che dopo la sua morte passasse nelle mani del Patriarca d’Aquileia Marino suo nipote, ed alla mancanza di questo venisse in potere della patria perpetuamente serbato; siccome nel sunto del testamento di lui, riferito da Marino Sanudo, vedesi espresso. S’invaghì di averlo presso di se per tutto il tempo di sua vita il Patriarca Giovanni Grimani, che a Marino sopravvisse; e con licenza della Signoria lo ebbe, facendolo poi ad essa consegnare, quando già era vicino a finire la vita. Insieme con le preziose anticaglie alla Repubblica diede egli ancora l’armadio, ovvero scrigno di ebano, ornatissimo di cammei e di pietre preziose poc’anzi accennato: e fu questo allora messo nella Libreria di San Marco, collocatovi dentro il Breviario, come in una custodia a tanta preziosità conveniente. Di fatti nell’anno 1604. il Canonico Giovanni Stringa riproducendo la Descrizione di Venezia del Sansovino, e facendovi le opportune correzioni, e l’uno e l’altro indicò come nella Libreria riposti, e del Breviario così scrisse: In questo scrittoio, ovvero studiolo nobilissimo si custodisce tra le altre cose un nobilissimo Breviario, lasciato già per testamento da


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