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P R I M O. 9

All’Oriente volto,
Una candida Agnella
Uccise, e le sue calde interiora
Nel foco ch’ivi ardendo,
Portava con la fiamma al Ciel gli odori,
Che ’l ricco Arabo suole
Raccorda i fortunati arbor Sabei,
Gettò, chinando a terra
Le ginocchia pietose, e riverenti;
Poi volti gli occhi al Cielo,
Chiese per noi perdono a l’alma Pale,
Se per disaventura, ò per follia,
O noi, o ’l nostro Armento
Turbato havesse, ò prato, ò fonte, ò bosco
A lei sacrato, e con l’istessa voce,
Chiese per gratia, e dono,
Che fascino, baleno,
Arte maga, invid’occhio
Turbar mai non potesse
Nostra lanosa greggia, e nostro Armento:
E con pietoso accento
Pregò, che custodisse i nostri cani,
Di lor fidata scorta; acciò di latte,
Di lana, e bella prole
Abondassero sempre; nè giamai
A la capanna alcun di noi tornasse
Piangendo, e sospirando,
Con la sanguigna pelle
Di pecora, e di capra, ò di giovenco,


Tolta