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S E C O N D O. 18

Follemente dan fede:
Per tutte queste piante
Leggo, infelice Amante;
Chiaro, e notabil segno, che inseguirti
Altro pur, che dolor, non si ritrova:
Questa nemica fiamma de’ mortali,
Arde, strugge, consuma ogni piacere,
Onde senza intelletto,
Giudico chi lo segue.
Mir.Deh gratiosa Ardelia,
Non esser tanto ardita,
Che tu ti faccia lecito d’offendere,
L’invicibil fanciul de la Dea Venere:
Non dir, che privi di giudicio sieno
Coloro che lo seguono, che forse
Potresti un giorno divenir sua serva.
Ard.Più tosto tornerà l’antico Caos,
Che in me s’annidi mai pensier d’Amore;
E, se per mia sciagura à lui soggetta
Divenissi giamai,
La mia triforme Dea, la mia gran Cinthia,
Di lui fiera nemica,
Tosto mi leveria da la sua mano.
Mir.O folle, tu non sai, ch’ella se stessa
Liberar non poteo?
Dicalo Endimione,
Che fù da lei sì caldamente amato,
E PAN. Dio de’ Pastori,
Che per un vello di candida lana,


Ca-