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118 Mitologia comparata.

modo, l’infedeltà di un amante. Anche i funerali, finalmente, e le tombe hanno il copioso omaggio di fiori, e si colgono fiori ne’ campi Elisi degli Elleni e de’ Germani, come in quelli di Dante. Poi che si crede alla vita immortale, come il fiore simboleggia la vita dei mortali, così rappresenta quella de’ Beati, che si ingigliano nell’oro delle stelle. Anche nell’antica Sicilia vi era una festa funebre in onore di Proserpina rapita da Plutone, nella quale si vedeva una processione di giovinetti recanti fiori; ai quindici d’ottobre si celebravano ogni anno in Roma i fontinalia, feste nelle quali si decoravano di fiori le fonti, come nei feralia o giorni dei morti, si stendeva sopra un rogo uno strato di fiori e di frutti, consacrati, come si usa ancora per le vivande della vigilia de’ Morti, Diis Manibus, alle anime de’ trapassati.

Si ama il fiore, ma si appetisce, simbolo fallico, il frutto, e per esso veramente si pecca; per l’avidità d’un frutto, ora un fico, ora una mela, ora un’arancia, ora una fragola, ora una ciliegia, ora un legume, l’eroe o l’eroina leggendaria corre spesso alla sua rovina. Per cagione d’un frutto offerto da un essere demoniaco, s’entra in uno stato demoniaco o funebre, dal quale un altro eroe o un’altra eroina viene poi a liberare la vittima. Beati quelli che resistono ad ogni tentazione, che vincono ogni concupiscenza, e che si mostrano degni di salire al cielo, al Phalodaya, parola indiana che significa propriamente: Inalzamento dei frutti. Nel cielo si consegue il godimento del frutto divino, del dolce pippala am-