Pagina:Monete e medaglie degli Spinola.djvu/296

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L’anno 1672 la Sacra Maestà dell’Imperatore commette l’esecuzione di dette sentenze revocatorie alla Repubblica Serenissima con queste parole:

Quem admodum vigore harum committimus ut postea quam pro iustitiae adimplem.o supradictas binas sententias nostras revisorias inter partes ita exequimini ut primum quidem citra dilationem saepius dictum Jo. Baptam Spinulam in actualem sepe dictarum trium feudi quadrantium possessionem statim immittatis.

Poco appresso si leggono le infrascritte parole:

Quin potius ut cum primum supradictus Jo. Bapta Spinula iuxta sententias nostras in actualem dictorum trium feudi quadrantium sibi adiudicatorum possessionem immissus fuerit, saepius quadraginta duar. millium librar. praetium a iam dicto Jo. Bapta Spinula dilectioni vestrae ac vobis vicissim aut pari quodammod. passu adnumerandum v.z illico ac citra ulteriorem contationem extradat.

Sicchè da’ luoghi sopraccitati e da altri nel processo segnati n.° 1, 4, 5, 6, 7, 8, 9, si vede che la Maestà dell’Imperatore ha ristretto la sua commissione nella Serenissima Repubblica alle dette tre quarte parti del feudo, e con ragione perchè l’altra parte restava aggiudicata iure crediti, a detti signori fratelli Spinoli, nè in detta commissione si vede fatta menzione alcuna de’ beni allodiali. Questo in fatto si cava dalle parole delta partita delle lire 42m. girata in Giorgio in c.e 43, 1, 161 che non possono detti fratelli Spinola disponere di detta partita solo dopo che sarà dato il possesso a detti fidecommissarii, ossia persona legittima per essi, delle tre quarte parti del detto feudo di Vergagni che perciò essendosi con ogni puntualità per parte di detti signori fratelli Spinola dato ordine per l’esecuzione di dette sentenze revisorie nella conformità suddetta a quelle eseguite per mezzo di Bernardo Carnea commissionato dall’Ecc.ma Giunta come consta dal processo in c.e 58 e 59 al n.o 15, 16, 17 fecero instanza che dall’Ecc.ma Giunta si dichiarasse aver adempito la condizione posta in detta partita; allora pretese il M. Nicolò Spinola, che se li dovesse dare anche il possesso dei beni