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102 | CANTO |
V.
Fratelli, oggi la Nave è giunta al Porto,
La barca si salvò dalle procelle,
E con fare un tantino il collo torto
L’anime brutte si son fatte belle;
Resuscitato è dunque chi fu morto,
Ogni Caino è diventato Abelle;
Tutti già negri come Gesuiti,
Di mente or bianchi, e di cervel puliti.
VI.
Me ne rallegro in nome del Signore,
E prego il ciel, che così sempre duri.
Acceso intanto nel divino amore;
Di restarne abbruciato ognun procuri;
Acciò nel Mondo incenerito il cuore
Resti purgato dai pensieri impuri;
Onde si veda chi d’error fu tinto
Da Santo poscia in un Altar dipinto.
VII.
Convien le male pratiche fuggire,
Perchè all’anima dan sempre il tracollo;
Voi ben sapete, ed io lo posso dire,
Che fanno l’occasion rompere il collo:
Chi poi quelle ostinato vuol seguire,
Corre all’inferno, ed io spedito dollo,
Perchè, de Philosophica sententia
Motus est actus entis in potentia.