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soprattutto la pittura, si mantennero quasi sempre immuni da qualunque influenza straniera, serbando un carattere proprio, formato dappresso lo studio de’ classici modelli.

La storia artistica delle nostre meridionali province potrebbe incominciare con sicuri documenti e con non interrotte tradizioni fin dal IV secolo; ed opere e nomi senza fine, dimenticati, o, peggio, non debitamente curati, forniscono una messe ricchissima allo studioso. E senza fermarsi solo alle opere di scultura e di architettura, come fecero lo Schulz, il Perkins e l’Huillard Bréholles, abbracciare in questa storia anche la pittura, la miniatura, il musaico, la oreficeria, la ceramica, e perfino l’arte decorativa, di cui i nostri dettero splendidi saggi. E cosi potrebbesi notare fin dal IV secolo gli affreschi, non disprezzevoli per semplicità di disegno e per una certa innocenza, propria de’primi vagiti dell’arte, che adornano le catacombe di S. Gennaro, quelle di S. Sebastiano e di S. Gaudioso di Napoli; il mosaico, di squisita fattura, lavorato nel V secolo, che si ammira in S. Maria Capua Vetere; la Cassetta di avorio con la bellissima scoltura^ appartenente alla Badia della Trinità della Cava, dello stesso secolo; la Vergine orante, affresco del VII secolo nel Cimitero di Badia presso Majuri, e molte altre opere importanti per la storia.

Dal VII all’XI secolo l’arte rimase quasi stazionaria fra noi: il colorito è meno vivace, la composizione meno dotta, il disegno meno corretto; ed è naturale, essendo questa l’epoca in cui gli stranieri si contesero con maggiore accanimento il dominio delle nostre contrade: le arti furono travolte ne’ turbini delle guerre, in guisa che man mano che esse si allontanarono dalle classiche tradizioni greco-romane, le quali certamente dovevano parlare più vivo linguaggio alla coscienza ed alla fantasia de’popoli ne’secoli precedenti, ed avere sugl’ingegni altra irresistibile potenza, perdettero molta della loro dignità, della loro correzione ed eleganza. Ed a questo proposito ben nota il Ròllor, che in mezzo a noi si conservarono sempre le tradizioni di un’arte classica indigena; bella ancora nelle teste del IV e VI secolo; senza disegno ne’ secoli VIII e IX; rozza e bestiale nel X; naturale, più disinvolta, più libera ed armoniosa ne’ secoli susseguenti.

Ma nell’XI e XII secolo, quando per l’audacia, per la forza e per il coraggio della eroica stirpe Normanna si costituì nelle