Pagina:Moore - Il profeta velato, Torino, 1838.djvu/102

Da Wikisource.

[97]

A te d’intorno e la speranza allegra
285Vedea solversi in luce il tenebroso
Passato, e alfine tremolar gioconda
La tanto ahi lasso! sospirata aurora.
Fu allora oimè! che di sventura il soffio
Spietatamente le tue gioie uccise
290Fiorite appena, e de’ tuoi caldi affetti
La sorgente fu chiusa al par d’un fonte
A cui la linfa nell’uscir s’aggela,
E simìli alla linfa oimè! restaro
Dentro al tuo cor que’ desolati avanzi
295Ond’or si nutre un disperato affanno.
     Un desiro, un affetto ancor rimane
Che nelle vene sue viva tuttora
Mantien la febbre della vita — è questo
Il desìo di vendetta! — alta vendetta
300Sopra il malvagio che gettò sovr’esso,
E su quella che amò, tanta rovina.
Per questo — allor che negli amari passi
Di lontano esular, dopo l’orrenda
Notte d’inferno, ragunarsi intese
305Armi all’assalto del velato capo —
Per questo ei ritornò rapido come
Avoltoio che vola ove disciolte
Vede insegne di guerra, e appunto ei venne