Pagina:Moretti-Il Castello di Milano e i suoi Musei, Tipografia Umberto Allegretti, 1903.djvu/42

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Sala H. — È distinta col nome di Sala delle colombine, per la caratteristica sua decorazione costituita dalla nota impresa di Bona di Savoia — il raggiante contenente la colomba col motto à bon droit — svolgentesi sulle pareti e sulla volta, a guisa di tappezzeria e spiccante su di un fondo generale di color rosso cupo.

Anche qui sono riunite scolture del XV secolo, e particolarmente dell’Amadeo e del Solari.


Sala L. — È detta sala degli Scarlioni, perchè la sua decorazione originaria era costituita dalle solite bande bianche e rosse, disposte a zig zag, secondo l’uso sforzesco. Questa decorazione, ora restaurata sulle pareti, si svolgeva a suo tempo anche sulla volta, rovinata fin dall’epoca sforzesca per la rottura di un tirante, la quale fu sostituita con l’attuale, rimanendo solo dell’antica i capitelli pensili che reggevano le lunette.

Si notano in questa sala scolture pregevoli e interessanti oggetti artistici. Notevoli fra le prime il monumento sepolcrale del vescovo Bagaroto, opera di Andrea Fusina, e gli avanzi e i calchi del disperso monumento a Gastone di Foix, eseguito da Agostino Busti detto il Bambaja.

Fra gli altri oggetti, è notevole la copiosa raccolta di serrature, chiavi ed altri lavori in metallo, donata al Museo dal nob. dott. Alfonso Garovaglio.


Sala M. — È in continuazione della Sala E, Cappella Ducale, colla quale fin dall’origine si collegava.

Sono riunite in questa sala le terrecotte provenienti da edifici della Lombardia, e vi iniziano una raccolta destinata a mettere in evidenza lo sviluppo che in questa regione ebbe tale caratteristico elemento architettonico e decorativo.