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È per me motivo di profonda soddisfazione la pubblicazione, nell’ambito delle collane editoriali degli Archivi di Stato, del presente volume, che ospita, oltre a due saggi storici, la riproduzione e la trascrizione di quattordici lettere che Aldo Moro scrisse nel 1978 mentre era prigioniero delle Brigate rosse.

Un primo nucleo di undici lettere, pervenute dal Tribunale Ordinario di Roma e oggetto di un felice restauro da parte dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (Icpal), sono state presentate al pubblico e alla stampa l’8 maggio 2012, in occasione di una manifestazione organizzata dall’Archivio di Stato di Roma, l’Istituto che di questi documenti è oggi titolare. Si tratta di un felice esempio di collaborazione tra settori diversi del Ministero che hanno unito le forze per salvaguardare una memoria comune estremamente fragile, non solo quanto al supporto scrittorio su cui è vergata, ma anche per i meccanismi alla base della sua trasmissione.

Come Amministrazione archivistica ci sentiamo fortemente chiamati in causa da questa doppia fragilità — fisica e metaforica — della memoria della Repubblica. Per questo, anziché limitarsi ad attendere la maturazione dei canonici quaranta anni dalla conclusione degli affari perché le Amministrazioni dello Stato versino i loro documenti agli Archivi di Stato, i nostri Istituti si stanno attivando per ottenere versamenti anticipati di fondi di particolare rilievo per la storia repubblicana, quando vi sia pericolo di dispersione o danneggiamento (come previsto dal Codice dei beni culturali, art. 41).

È appunto il caso delle lettere di Moro che, scritte su carta di pessima qualità, rischiavano di andare definitivamente perdute. L’intervento congiunto dell’Amministrazione archivistica e dell’Icpal e i buoni rapporti che si sono potuti instaurare con gli uffici giudiziari hanno consentito di scongiurare questo pericolo, assicurando alle generazioni future documenti di grande rilevanza storica, fondamentali per comprendere il nostro recente passato e per vivificare una memoria, quella relativa alle stragi e ai fatti di terrorismo, che se non adeguatamente alimentata tende, specialmente tra i giovani, a sbiadire e spegnersi.

Sta qui appunto il significato della presente pubblicazione, che fa seguito a quella realizzata dall’Icpal, dedicata all’intervento di restauro vero e proprio1. Questo volume, oltre a costituire un’occasione per riflettere su un momento molto delicato della nostra storia repubblicana, consente al lettore di osservare, nella loro fisica concretezza, documenti che possiedono una fortissima

  1. Conservare la memoria per coltivare la speranza. Le ultime lettere di Aldo Moro, a cura di M.C. Misiti, Roma, Gangemi editore, 2012 (Icpal, Quaderni 3).