Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/197

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altri, si sono affacciate. Sta bene il diritto in ognuno di voler farsi uccidere: ma chi potrà considerare valido quel consenso e ritenersi legalmente investito della facoltà di accogliere e sodisfare quel desiderio? Dove termina il dovere fondamentale del rispetto alla vita altrui, e dove comincierebbe il diritto individuale di troncarla? Potrebbe dirsi sempre sano di mente un malato che domandasse la morte? Non è spesso il suicidio un motivo per dubitare della sanità mentale di chi lo ha effettuato?

Per il giurista Binding l’eutanasia dovrebbe applicarsi a tre categorie di soggetti, due di veri ammalati, ed una intermedia. E sarebbero: 1° individui irrimediabilmente perduti in seguito a malattia o a ferita, come i cancerosi, i tisici condannati, i mortalmente colpiti, i quali, avendo coscienza del loro stato, concepissero il desiderio di esserne liberati e lo manifestassero in qualsiasi modo; 2° i dementi incurabili, o per vizio costituzionale o per lesione acquisita cerebrale; 3° quelle persone sane di mente, che avendo perduta la coscienza in seguito ad incidenti improvvisi fossero destinate a sicura morte, e che, se si risvegliassero, si riconoscerebbero in una condizione assolutamente disperata. Nel primo caso si avrebbe la uccisione consensuale del paziente; negli altri due mancherebbe il suo consenso per ovvie ragioni, ma gli si sustituirebbe il giudizio autorizzato e inappellabile di una speciale Commissione.