Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/72

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Placzeck, Plate, Popenoe e Johnson, Ribbert, Richet, Rüdin, Schallmayer, Tönnies..... per tacere dei copiosissimi lavori apparsi su riviste speciali di Biologia ed Igiene delle razze, di Eugenica, di Biometria. Nella mia lista figura un solo nome italiano, quello di Alfredo Niceforo, cui dobbiamo parecchi pregevoli volumi di Antropologia sociale; ma anche da noi s’è formato qualche tempo fa un nucleo di studiosi, col proponimento di studiare e diffondere la Scienza eugenica; indico, fra i nostri, come un propagandista di primo ordine, Ettore Levi, fondatore del benemerito Istituto di Assistenza, Previdenza e Igiene sociale di Roma.

Chi mi legge non vorrà chiedere a questo mio libretto nulla più di un cenno sommario, che lo stimoli ad un esame più ampio dei complessi problemi dell’Eugenica. Fra questi il primo consiste per l’appunto nella “epurazione„ della Società civile, che andrebbe senz’altro liberata, con misure energiche, da tutti gli elementi individuali di basso valore sociale o per degenerazione fisica congenita ed acquisita, ma per lo più ereditaria, o per depravazione morale. Si tratta di ridurre più o meno rapidamente la riproduzione della specie alle sole linee “pure„ sotto l’aspetto genealogico; ma bisogna aver coraggio, e, come fa il chirurgo, spingere il bisturi a fondo nel vivo di tutte le piaghe ed anomalie sociali. Un programma eugenistico assoluto sarebbe, infatti, di un