Pagina:Morselli - L'uccisione pietosa (L'eutanasia), Torino, Bocca, 1928.djvu/82

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secondo dogma psicologico: dovunque è Vita, anche nelle sue forme infime, stanno Piacere e Dolore. Annegando dei piccoli gatti, che dovrebbero avere ancora meno coscienza e nessuna capacità di “pensare„ a paragone delle creature umane, si assiste con orrore ai loro istintivi disperati movimenti per seguitare a vivere, e non si resta molto convinti della tesi che limita arbitrariamente la coscienza a quella dell’uomo in piena capacità di introspezione sul proprio io! Noi, vedendo quei moti di difesa, e parlando da puri fisiologi li chiamiamo “automatici„, ed intendiamo con ciò di escluderne la coscienza; parlando poi da psicologi, usiamo il termine di “istintivi„, sempre col medesimo sottinteso. Ma se riteniamo che tanto l’istinto nella specie quanto l’automatismo nell’individuo, derivino da primitive attività funzionali, le quali certamente furono o sono forse accompagnate da coscienza e si son rese o si rendono “incoscienti„ o “subcoscienti„ soltanto pel meccanismo dell’eredità filogenetica o della predisposizione ontogenetica, non arriviamo purtroppo a definirne la reale situazione nel mondo dei cosidetti fenomeni psichici, anche quando li rigettiamo nella ipotetica zona marginale.

Quanto ai criminali incorreggibili, una selezione sociale assoluta, rigida, che abbia di mira esclusivamente il progresso morale e la formazione di una Umanità sempre più nobile, sempre più lontana dalla sua primitiva