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il libro di mio figlio 53


samente una delle principesse esclamando: «Assomiglia tutta alla mia povera figlia!»

Le era morta una figlia bellissima nel fiore degli anni. Io non l’avevo conosciuta; ma, osservando entrambe le figure dell’almanacco, trovai più di mio gusto l’altra principessa, e mentre la povera madre si estasiava in esclamazioni: «Vedi che occhi! che fronte! che bocca!» io, scioccamente, senza necessità, per quella stupida smania di dire tutto ciò che si pensa, affermai risolutamente: «Eppure è più bella l’altra.»

Il volto, l’accento, i modi della gentilissima dama mi dimostrarono in un baleno quanto ero stata zotica e male educata, come il mio giudizio fosse inutile e la mia schiettezza inopportuna ed evidente solo la mia assoluta ignoranza del vivere sociale.

Che importava il mio gusto sopra un genere piuttosto che sopra un altro di bellezza femminile? Non era invece il caso di accondiscendere la parzialità materna, di dare una gioia, una consolazione, una sod-