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l'amuleto 29


allora; lo avrà visto ma non se ne rammenta. D’altronde egli entrava poco in casa; avendone avuto il permesso dal padrone passava il suo tempo nel boschetto delle acacie.


La visita di mio cugino mi lasciò un’impressione che nei successivi giorni di silenzio e di solitudine crebbe anzi che scemare. Egli avea suscitato nella mia mente un tumulto di idee affatto nuove e quasi risvegliato un senso nascosto, qualche cosa che dormiva in me, che sembrava morto, che sarebbe forse realmente morto senza quella potente evocazione.

Alla domenica, in chiesa, Orsola che veniva sempre con me, mi mostrò la mia cattiva parente sussurrando:

— Veda che aria di sfida ha quella goffa!

Ed io risposi, rischiarata da una luce superiore:

— Non occupiamocene, Orsola.

Nel ritorno dalla chiesa — era la