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l'amuleto | 45 |
migliasse al signor ***, molto più che mio cugino era giovane e bello e il signor *** aveva i capelli bianchi e le guancie infossate, ma pure se c’era un paragone possibile io dovevo risalire fino a lui e ricordarmi la profondità di quegli occhi, la luce di quel sorriso. Tutti gli altri uomini e donne, entrando in una casa chiedono: Come va la salute? Poi discorrono del tempo, del caro dei viveri, della epidemia dominante, dei fatti dei vicini e dell’ultimo morto.
In collegio mi avevano parlato, è vero, degli eroi greci e romani e in chiesa dei nostri santi martiri; avevo anche letto in una Antologia classica gli squarci dei migliori poeti, ma tutta questa gente era così lontana da me che io non la potei mai rivestire di carne e di ossa, nè pensare mai che fossero miei simili.
Quando mi presentarono l’uomo che dovevo sposare mi parve, nella limitazione de’ miei confronti, quasi per-