Pagina:Neera - Nel sogno.djvu/18

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4 l'asceta.


stava in ginocchio cogli occhi rivolti al cielo, chinò la testa, e rimase lungamente assorto in un’estasi mistica.

Era il tramonto, ed era la stagione più calda dell’anno.

A tanta altezza sopra i viventi il sole calava in uno sfolgorìo immacolato di raggi, accendendo scintille sulle vette più sporgenti dei ghiacciai, tracciando strisce purpuree sui fianchi delle montagne, facendo luccicare a tratti i piccoli rivoli delle sorgenti discendenti lungo le balze, nel fondo dei burroni, dove già nereggiava il mistero della notte.

Fresca, purissima, imbevuta di aromi resinosi, l’aria traspariva in mezzo ai boschi d’abete, e, aprendo spazi più chiari nelle chiome vaporose dei faggi, ne faceva emergere i bianchi e ritti fusti allineati colla grazia elegante e gracile di un colonnato greco.