Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/169

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cuno gli avesse domandato allora la vera ragione per cui preferiva la linea del Gottardo avrebbe forse risposto: non so.

Il bisogno di mentire a sè stesso lo segui nel viaggio. Con la testa allo sportello, accarezzando con gli occhi il vaghissimo panorama, egli pensava: Airolo, Gòschenen, Fluelen, Lucerna; ma in fondo, molto in fondo, un solo nome vibrava: Andermatt.

Aveva con sè un opuscolo nuovo sulla questione sociale che lo occupò discretamente fin oltre Chiasso. Carlo Marx, Schàffle, Masé-Darì, Wichte, Fourier, Scherr e i suoi diletti filosofi inglesi Spencer e Mill gli tennero grata compagnia, assorbendolo quasi tutto. Pure, in un angolo remoto del suo essere, volontariamente dimenticata, volontariamente reietta, dall’umiltà dei secondi posti dove la confinava l’orgoglio maschile, la voce continuava il suo getto dolce e sottile di piccola fonte nascosta nell’erba: Andermatt! Andermatt!