Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/48

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— So quello che vorresti dire — continuò Stefano. — Dovevo studiarla, conoscerla meglio... ed è per questo che ripeto: la colpa non è tutta sua. Oh! io l'amavo tanto!

Questa discolpa, questa ricerca della causa vera, lungi dall’appagare Senio lo irritava sempre più. — Stolido amore! — pensò.

Dopo un breve silenzio, Stefano che sentiva, parlando, alleviargli la pena, riprese:

— Tu lo sai, nevvero, come rimasi avvinto? Fu una sera di estate, sotto il pergolato di tuberose nere, l’umile fiore dal profumo dolce che più d’ogni altro mi dava l’idea dell’amore come lo sognavo io. Ella ne staccò un ramoscello e me l’offerse chiedendomi: Vi piace? Perchè, in certi momenti, diamo noi tanta importanza alle più piccole parole?...

Tacque, improvvisamente, coprendosi ancora il volto con le mani; per cui Senio senti una vampa di rossore salire al proprio volto, e non potendo più contenersi balzò in piedi e