Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/54

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dritto dritto dal vecchio celibatario che leggeva Sior Tonin bonagrazia.

— Zio, zio, non sa nulla?

— Di che cosa? fece il vecchietto guardandosi attorno.

— È accaduto un fatto orribile.

— Oh!

— Dove?

— Quando?

Mezza dozzina di teste si avanzarono curiose; la grassa provinciale vestita di lilla tirò indietro la sedia per sentire meglio.

— Una tragedia! Figuratevi, mi trovavo nella mia bottega....

— Di grazia, dove è la sua bottega?

— Presso il Ponte dei Sospiri; e stavo mettendo fuori le mostre, era mattina affatto, quando un corri corri attira la mia attenzione, e vedo molta gente che seguiva un ufficiale di polizia.

— Scusi (è la provinciale che interrompe), era un bell’uomo grande, maestoso, sul fare di mio marito? domando così perchè ho un cugino alla polizia.... grande, maestoso, con una voglia di cioccolata sull’orecchio....

— Taci, Zanze, taci.

Qualcuno rideva, ma il giovinotto bruno s’impazientì, e volgendosi direttamente a suo zio, continuò: