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Una giovinezza del secolo XIX 157


mio padre, vi si andava qualche volta ed era per me come uno spiraglio aperto sul mondo. Le signore dell’aristocrazia, gli uomini politici, i giornalisti, vi si davano convegno. Naturalmente non conoscevo nessuno, ma una volta che mio padre mi mostrò Leone Fortis in colloquio con Paolo Ferrari apersi tanto d’occhi a rimirarli. Due scrittori?! Nemmeno il Re mi avrebbe fatto battere il cuore a quel modo.

L’idea di pubblicare non mi era venuta ancora, non pensavo affatto a divenire scrittrice, ma i libri e coloro che li scrivevano esercitavano sulla mia mente un fascino singolare. Un opuscolo che trovai nella libreria di mio padre con questa dedica: Al carissimo amico Fermo Zuccari, Tullio Dandolo, mi sorprese come se avessi scoperto un titolo di nobiltà nella mia famiglia; e in casa della signora Cirilla Cambiasi, una delle superstiti amiche della mamma, mi accadde di vedere il manoscritto di una poesia che Giovanni Prati aveva scritta per lei; ricordo i due primi versi: "Dal molle serto delle tue chiome — . Sull’arpa, o bella, gettami un fior" e me ne venne tanta esaltazione per cui quella signora mi pareva un essere straordinario. Ispiratrice di un poeta! Vi poteva essere