Pagina:Negri - Le solitarie,1917.djvu/178

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172 confessioni


Guizzi d’acciaio balenavano fra i suoi aridi capelli neri: rughe sottili si formavan fra il collo e la mascella, disegnandosi più nette al volger del capo, in quel punto spietato che porta più d’ogni altro il segno infallibile dell’età. Ma gli occhi a mandorla parevan di velluto, e la bocca poteva ridere senza timore, mostrando trentadue magnifici denti intatti.

— “V’è sempre un salnitro — continuò — che sgretola e corrode i muri del più solido edificio matrimoniale. E la vita a due è così lunga, così spaventevolmente lunga!... Nel mio caso, il dissolvente è stata la gelosia: la vera, la classica, cioè quella che non ha ragione d’essere; e sta all’anima come il cancro sta allo stomaco o all’intestino. Volete udirlo, il mio caso?... Vi divertirà....„

Scosse la cenere della sigaretta sul parapetto della terrazza, gettò la testa indietro accentuando la linea un po’ dura del mento: tacque un minuto per raccogliersi, poi.... raccontò.

“— Io ebbi un marito. Le mie amiche me Io invidiavano. Egli mi adorava con lo stesso istinto di esclusivo possesso che si ha, da ragazzi, pei propri giocattoli e pel proprio