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a tratti, sconquassando con colpi e colpi disordinati le cose e le anime intorno. Ribelle a qualunque forma di costrizione, anche nella casa era il terremoto. Una gentile amica della famiglia, che molto lo amava, lo aveva soprannominato «la raffica».

Di cuore tenerissimo, di pura e limpida dolcezza interiore, nella sua irrequietudine fisica non aveva e non concedeva sosta; ma sviluppava intorno a sè una magnetica atmosfera di movimento, che dava il capogiro e un senso di vertiginosa stanchezza anche a chi più gli voleva bene.

Il leoncello selvaggio metteva gli unghioni, temprava gli elastici muscoli, allargava le narici per respirare libera aria di deserto. Fasci di forze alle quali era impossibile dar sfogo attendevano, chiusi nel bellis-