Pagina:Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu/144

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denti. Il leoncello graffia e morde le sbarre del suo gabbione. Sogna, invelenito, chi sa quali altre fughe, quali altri più fortunati travestimenti. Pur di combattere!... Ad un piccolo ritratto, nel quale egli appare con la divisa di fante per così breve tempo portata, appone queste parole di dedica al padre, e non sa quale tremenda profezia vi racchiuda:

«Ricordo di una impresa che la seconda volta non fallirà».

Il buon padre, che lo ama sovra ogni cosa, fors’anche sovra gli altri figliuoli, lo blandisce, lo calma con la solenne promessa di consentire al suo volontariato di guerra, non appena egli avrà raggiunta l’età legale. Venuto l’autunno, lo manda all’Istituto Nautico di Venezia, per aprire alla sua esuberante natura, avida del-