Pagina:Negri - Orazioni, Treves, Milano, 1918.djvu/164

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158 orazioni


ciato, con peli irsuti di barbaccia sulle guance fuligginose, con un calzone ridotto alla metà e l’altro sforacchiato e bruciacchiato dalle palle. Sa di ferino, sa di trincea. Mai non si vide veterano del fuoco più giovine, più robusto, più slabbrato, più lercio e più bello.

Presto, presto: disinfezioni, bagni, parrucchiere, sarto. Gli eroi sono gli eroi, ma la vita è la vita.

Ah, come se la gode, questa breve parentesi di vita in pace!... Come se la mastica!... Pare un gattone che faccia le fusa.

Potrebbe raccontare di sè cose mirabili: tace, sorride, abbandona alle carezze i serici capelli color di rame, così fini ed elettrici che dànno il fremito alle dita che vi si immergono: e mangia e mangia conserve e dolci.