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Ignoranza dei tempi e de le genti,
A lo scherno dei vili,
A lo spietato insulto dei potenti,
Degl'invidi agli stili
Avvelenati: e pur sentirci in core,
Sentirci nel profondo
Cerebro lo splendor di mille aurore,
l'idea che muta un mondo,
La fede che trasporta e che rischiara;
E vivere; e qual tuono
Ruggire al gregge de la folla ignara
O scellerata: Io sono. —