Pagina:Nerucci - Sessanta novelle popolari montalesi.djvu/34

Da Wikisource.

17] compare a dar mance, regali d'ugni sorta, e comandò un bel desinare da principe, e trionfava lui alla splendida, ché tutti rimasono sbalorditi. E quando poi si fu in sul fine del desinare, il compare prende di tavola un pan di Spagna e dice: - Lo vo' portare alla sposa nel letto con le mi' propie mane. Lei l'aggradirà. S'alza dalla sieda lesto diviato; ma il calzolaio gli andette a' tacchi, e poi, doppo, tutti quegli altri assieme. E' gli ebbe un gran giudizio il calzolaio! perché a mala pena il compare 'gli entrò nella cammera, tira fori uno stilletto e bocia: - Tu m'ha' ricognosciuto eh! Caterina? Sì, i' son io, che tu m'ha' tradito e svergognato per du' volte. Ma ora t'ammazzerò com'un cane. Ma nun lo lassarono finire il su' discorso, ché in nel mumento iscaturirno dalle sporte tutti que' cento sbirri, e, doppo un po' di battuta, messano i ferri a lui e a' su' fratelli; che, passati tre o quattro giorni, radunato il tribunale, furno tutti condannati alla morte. Soltanto e' rispiarmorno il più piccino, perché la Caterina si raccomandò al Re ché non l'ammazzassino per quel po' di bene che lui gli aveva fatto nel bosco.