Pagina:Nodier - Racconti Fantastici, 1890.djvu/4

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4 carlo nodier.

Carlo Nodier, nato nel 1783 a Besançon (patria di Victor Hugo) e morto nel 1844, vide l’origine del progresso e la fine della battaglia tra il romanticismo e il classicismo; ed egli stesso fu romantico, tanto da farsi chiamare dal Saint-Beuve fratello cadetto dei poeti romantici stranieri; e pel romanticismo combattè accanitamente la scuola classica, che ne’ primordi del secolo nostro, cacciata da ogni parte da una fiumana immensa e impetuosa di idee novelle, tentava con ogni possa di riabbrancare la vita che le sfuggiva inesorabilmente. E il Nodier fu tra i più accaniti e i più audaci in questa incruenta ma lunga ed aspra lotta, che ebbe le sue vittime e i suoi eroi, e della quale specie in Italia, dove, come giustamente nota il Carducci, fu dibattuta molto superficialmente e per lo più da puri retori1, molti usi a studiar le cose con leggerezza, oggi ridono di compassione o dichiarano di non averne mai capito il perchè. Egli non si stette pago dal seguire le altrui pedate; e ben a ragione un eminente critico francese disse di lui: «Il Nodier trattava le questioni artistiche, letterarie o estetiche, precedendo tutti, anche i più temerari e piantando lo stendardo sull’erte più dirupate; poi godeva di rimaner lì a vedere chi sarebbe stato così ardito di toglierla di là e di portarla ancor più lungi!… Allora, senza manco sospettare di aver egli stesso dato l’esempio, applaudiva francamente stupito che si sia potuto andar tanto avanti. Così egli ha aperto tutte le vie, nelle quali i giovani ingegni di questo secolo audacemente sono entrati; egli ha dato il segnale, a cui essi hanno obbedito; egli ha indicato il nuovo mondo, che essi hanno poi scoperto.»

Ho detto ch’egli fu tra i più entusiasti nell’accogliere e nel difendere le idee nuove, guardiamci però dal metterlo nel mazzo cogli scavezzacolli che in ogni rivolgimento letterario corrono all’impazzata, sbraitando come invasati, insofferenti di ogni freno, che scambiando la licenza colla libertà, credono di liberar l’arte dai ceppi pedanteschi e opprimenti,

  1. G. Carducci, Bozzetti critici e discorsi letterari.