Pagina:Nodier - Racconti Fantastici, 1890.djvu/58

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venteranno più coi loro sortilegi! Si diceva con ragione, siine sicura, che questi notturni terrori che assalivano e fiaccavano l’anima mia nel corso delle ore destinate al riposo, non erano che l’effetto naturale de’ miei ostinati studi sulla meravigliosa poesia degli antichi e dell’impressione che m’avevano lasciata alcune favole fantastiche d’Apuleio, poichè il primo libro d’Apuleio trascina l’immaginazione in una stretta così viva e così dolorosa, che non vorrei a costo de’ miei occhi, ch’egli cadesse mai sotto i tuoi.

Che non mi si parli ora d’Apuleio e delle sue visioni, che non mi si parli più nè di Latini, nè di Greci, nè degli abbaglianti capricci del loro genio! Non sei tu per me, mia Liside, una poesia più bella che la poesia stessa, e più ricca in divini incanti che la natura tutta intiera?

Ma voi dormite, fanciulla e non m’ascoltate più! Voi avete ballato fino a ora tarda al ballo dell’isola Bella!... Voi avete troppo ballato, sopratutto quando non ballavate con me, ed eccovi stanca come una rosa che i venticelli han dondolato per tutto il giorno, e che aspetta per rilevarsi più vermiglia, sul suo fusticino a metà piegato, il primo sguardo del mattino.

Dormite dunque a me vicina, colla fronte appoggiata sulla mia spalla e riscaldando il mio cuore colla tiepidezza profumata del vostro alito. Il sonno mi vince, ma esso discende stavolta sulle mie pupille grazioso quasi quanto uno dei vostri baci. Dormite, Liside, dormite!

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Vi è un momento in cui l’animo è sospeso nell’indefinito de’ suoi pensiero... Pace! la notte è tutt’intera sulla terra.

Voi non udite più risuonare sul pavimento sonoro i passi del cittadino che se ne va a casa, e il piede ferrato dei muli che arrivano all’alloggio della sera. Il susurro del vento che piange o fischia fra le imposte mal commesse della finestra, ecco tutto ciò che vi resta della impressioni ordinarie dei vostri sensi e dopo qualche istante voi immaginate che questo mormorio stesso esiste in voi. Esso diventa una voce dell’animo vostro, l’eco d’un’idea indefinibile, ma fissa, che si confonde colle prime percezioni del sonno. Cominciate questa vita notturna che trascorre (o prodigio!) in mondi sempre nuovi, fra innumerevoli creature, di cui il grande spirito ha concepito la forma senza degnarsi di finirla, e che si è accontentato di seminare volubili e misteriosi fantasmi, nell’universo illimitato di sogni. Le silfidi, stordite pel rumore della veglia, discendono intorno a voi ronzando. Esse percuotono, coi battiti monotoni delle loro ali da