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quei giuochi, feste, e sacrifizi, ohe a simili Dii erano in Alene consecrati; come i giuochi Ginnici, i Circensi, i
melum Deum Patrium, Hujus Statuam Pro Suis Fratoribus Eumelidarum Dedicavit. Famosa è quest’altra indicata dal Martorelli, dal Mazzocchi, dall’Ignarra e dal Romanelli:
Eumelum Deum Patrium
Phratoribus Eumehdarum
T. Flavius Pius
Phrontistes cum T. Flavio Filio
Dedicavit.
Da un altro bel marmo trifacciato, ed in carattere uncinale rilevasi, che i fratelli Evante e Zosìmo, per avere riportato più vittorie ne’ pubblici giuochi, ed acquistatane lode e premii ancora, due statue eressero agli Dei Dioscuri, come que’ che pur furon famosi nel pugillato. In questa Fratria era eziandio il tempio del dio Ebone, portator degli Orientali, e dedicato poscia da’ Greci ad Apollo. Era questo celebre nume rappresentato batopogono, senisque hominis adspectu, sed taurino corpore; le monete ne sono ovvie. La Fratria, come che posta in ottima situazione, era di bei palagi fornita; e dopo il quarto secolo dell’era volgare prediletta e prescelta da que’ consoli e senatori che, o per riposarsi da pubblici negozï, per vecchiezza, amavan di menar vita divertita e tranquilla. Fu pur Ebone confuso ora con Acheloo, ora con Vulcano, e del quale cantò Stazio:
Tu ductor populi longe emigrantis Apollo
Cujus adhuc volucrem laeva cervice sedentem
Aspiciens blande felix Eumelis adorat.
Ebbe anche un tempio di Cerere, quello di Bacco, o di Mercurio, e l’altro di Priapo, dove, secondo Petronio, Quartilla faceva nella famosa grotta i suoi magici arcani, ed i nefandi suoi sacrifizi; ed altri numi patrii, locali, indigenti. Il gran tempio di Castore e Polluce era pur nella Fratria, e vi ebber pure fori, teatri, ginnasii, portici, zecca ec. Opina il Martorelli, che questo