Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/44

Da Wikisource.

— 46 —

L’undecima ed ultima, che fu la maggiore, fu fatta in tempo del grande imperatore Carlo V. nell’anno 1537, ed in questa ampliazione si principiò a fortificare colle torri

    deve certamente recar maraviglia, che questo acquedotto il quale giungeva a Napoli dalla parte d’oriente, invece d’immettere l’acqua in quel punto della citta, seguisse una linea quasi parallela alla medesima, e poscia nel punto opposto, e proprio, dove la città a quei tempi terminava, venisse nella medesima intromesso. Una tale considerazione fa sorgere naturalmente il sospetto che l’acquedotto non fosse stato propriamente costruito per uso degli abitanti di Napoli, ma che, edificato già prima per altro scopo, venisse in seguito appropriato anche alla nostra città. Oltre a ciò Napoli aveva, ed ha tuttora un altro acquedotto, che mena nella città l’acqua detta della Bolla, acquedotto che, per quanto osservava il nostro signor Luigi Cangiano, è assai verosimilmente opera de’Romani, come lo dimostrano le pareti del medesimo in fabrica reticolata e laterazia. Ora a quale altra città di queste vicinanze poteva quest’opera d’immensa spesa servire, se non a Palepoli che, posta sopra un sito più elevato di Napoli, non poteva altrimenti dalle prossime sorgenti di situazione più bassa ricever l’acqua necessaria agli usi della vita? E quando anche non voglia credersi l’acquedotto della Bolla di quell’antichità, che noi pensiamo, e voglia tenersi quello di Serino pel solo acquedotto dell’antica città, anche in tale ipotesi è sempre più verisimile la situazione di Palepoli verso Palazzo e all’occidente di Napoli, dove sappiamo giungervi il detto acquedotto, e non nelle basse pianure di Poggioreale, ove nessun vestigio di canale dal medesimo diramantesi si è mai rinvenuto.
       Per tutte queste ragioni dunque pare, che la opinione del Pontano sia da seguirsi a preferenza delle altre enunciate, anche perchè questi con più fondamento dall’ispezione oculare de’ luoghi poteva in un certo modo trarre argomento alle sue congetture, non avendo la nostra città subito allora que’ tanti posteriori cangiamenti, che ne han quasi intieramente variato la faccia. Se non che il sito di Palepoli non dovrebbe intieramente restringersi a quello che ora occupa Castelnuovo e Palazzo, ma dovrebbe spingersi puranche