Pagina:Novelle rusticane (1885).djvu/58

Da Wikisource.
44 novelle rusticane

Quindici onze la mula di compare Vito Gnirri! Quindici onze una bella mula baia! Quindici onze!

Compare Vito, seduto sugli scalini, col mento fra le mani, non voleva dir nulla che la mula era vecchia, ed era più di 16 anni che gli lavorava. Essa stava lì contenta come una sposa, colla cavezza nuova. Ma appena gliela portaron via davvero, ei perse la testa, pensando che quell’usuraio di massaro Venerando gli acchiappava 15 onze per una sola annata di mezzeria, che tanto non ci valeva la chiusa dei Grilli, e senza la mula ormai non poteva più lavorare la chiusa, e all’anno nuovo si sarebbe trovato di nuovo col debito sulle spalle. Ei si mise a gridare come un disperato sul naso a massaro Venerando. — Cosa mi farete pignorare, quando non avrò più nulla? anticristo che siete! — E voleva levargli il battesimo dalla testa, se non fosse stato per don Licciu Papa lì presente, collo sciabolotto e il berretto gallonato, il quale si mise a gridare tirandosi indietro: — Fermo alla Giustizia! — Fermo alla Giustizia!