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288 LE ODI DI PINDARO


nel suo animo dalla trovata d’un altro poeta — in sostanza d’un rivale.


L’ARMONIA LOCRIA


E questo canto, quest’armonia
pei flauti, un uomo trovò dei Locri,
che, al promontorio Zefirio presso,
oltre l’estremo confin d’Ausonia,
in una ricca
città dimorano.
Esso è di cantici
quasi un veloce
carro, ad Apòlline
atto, e alle Muse.
Io, che coltivo
l’arte con voce sedula, udendolo
sol breve istante
cantare, m’eccito
come delfino
che sovra i flutti del mar tranquillo
scosse di flauti soave squillo.


III

LA CANNA PEI FLAUTI

Scolii d’Ammonio al XXI dell’Iliade. Papiri d’Ossirinco, II, 22. Vi si parla della canna che serviva a fabbricare flauti.

Prima la fonte dall’ampia foce
dell’Acheloo,