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144 odissea

     Bieco Ulisse guatollo, e, Sciagurato,
Rispose, in opra io non t’offendo, o in voce,20
Nè, che alcuno a te doni, anco a man piene,
T’invidio io punto. Questa soglia entrambi
Ci capirà. Tu non dovresti noja
Del mio bene sentir, tu, che un mendico
Mi sembri al par di me. Dispensatori25
Delle ricchezze all’uom sono i Celesti.
Invitarmi a pugnar non ti consiglio,
Onde infiammato, benchè vecchio, d’ira
Le labbra io non t’insanguini, ed il petto.
Più assai tranquillo io ne sarei domane:30
Chè alla magion del figlio di Laerte
Ritorno far tu non potresti, io credo.
     Poh, sdegnato il pezzente Iro riprese,
Più volubili i detti a questo ghiotto
Corrono, e ratti più, che non a vecchia,35
Che sempre al focolar s’aggira intorno.
S’io queste man pongogli addosso, tutti
Dalle mascelle, come a ingordo porco
Entrato fra le biade, i denti io schianto.
Or bene, un cinto senza più ti cuopra,40
E questi ci conoscano alla pugna,
Che tosto avremo. Io veder voglio, come
Con uom combatterai tanto più verde.