Pagina:Ojetti - I Monumenti Italiani e la Guerra.djvu/26

Da Wikisource.


minii della Repubblica, scesero lì dal cielo. Dietro la chiesa una cappelletta settecentesca adesso tutta sconquassata dai due colpi nemici, ricorda quella leggenda. Nel quattrocento furono ospiti di questo convento San Bernardino da Siena, San Giovanni da Capistrano, San Giovanni della Marca, San Bernardino da Feltre. Fra gli altri illustri, è sepolto in San Francesco quell’Andrea Gritti che nel 1507 fu provveditore dell’esercito veneto contro l’imperatore Massimiliano, e poi fu doge. La adornano, per dire delle opere più insigni, una grande Madonna del Veronese, una di Giovanni Bellini, che eran già in salvo, una di Fra Antonio da Negroponte che era stata riparata da un’alta saccata, quattro affreschi a chiaroscuro del Tiepolo nella cappella Sagredo, alcune statue di Alessandro Vittoria; e, precipuo tesoro, a sinistra dell’altar maggiore, la Cappella Giustiniani, tutta marmi scolpiti dai tre Lombardi con una compostezza così antica e pure con un’espressione così agile che solo le due tombe Mocenigo in San Giovanni e Paolo possono starle a paro. Anche questa cappella avevamo tutta difesa con scaffali colmi di sacchi di sabbia.

Delle due bombe una colpì il campanile sotto la cella delle campane, scheggiò la cornice, si ficcò nella terra. L’altra, scoppiando contro il muro esterno della sacrestia, vi aprì due larghe brecce, e i macigni e i mattoni e l’aria scagliati dal turbine per quei varchi, sconvolsero nell’interno soffitto e tetto, divelsero i cancelli di ferro, sgretolarono gl’intonachi, sollevarono le grandi pietre bianche e rosse del pavimento, schiantarono armadii e vetri, ferirono in più parti il trittico vivarinesco, ricco d’oro e d’oltremare, con San Girolamo, San Bernardino e San Luigi di Francia, che qualche vecchio scrittore, come il Ridolfi e il Boschini, aveva attribuito a Jacobello del Fiore. Tutte le case attorno, della canonica e degli uffici, furono scosse e dilaniate da quella furia.

***

Poi Venezia dovette pagare la presa di Gorizia, come Reims aveva dovuto pagare la vittoria della Marna. A Gorizia entrammo il 9 agosto 1916. Tra il 9 e il 10 una bomba incendiò Santa Maria Formosa, un’altra cadde in San Pietro in Castello.

La chiesa di Santa Maria Formosa da dove erano state fin dal 1915 allontanate la Vergine tra Sant’Anna e San Gioacchino, dipinta nel 1473 da Bartolomeo Vivarini, e la popolarissima Santa Barbara di Palma il

20