Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu/126

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delle stalle sottoposte, il continuo bociare dei villani e del bestiame, le zanzare di notte, le mosche e i mosconi di giorno, i furti del cane di guardia, l’assenza del giardino e d’ogni ombra, il mutamento non sarebbe stato dannosissimo... Così quell’anno per separare interamente le due proprietà, il giardinetto che circondava la villetta color di rosa era stato assiepato con pruni secchi, sotto ai quali però la fratta viva già gettava, mostrando che il proprietario intendeva di mantenere quella divisione anche negli anni venturi. In quei giorni che erano scorsi attendendo l’arrivo del forestiero, Anna aveva passato molte ore sia nel giardino che nel villino, col pretesto di preparar tutto per l’ospite, in fondo per pavoneggiarsi in quell’ambiente più signorile. Poi la strada maestra toccava un lato del breve giardino; ed ella spesso, vestita con uno dei tre abiti di percalle, si era messa a ricamar le pantofole rosse e turchine di Oreste nelle ore pomeridiane, dietro la siepe, presso la via, guardando e facendosi guardare dagli spoletini e dai villeggianti che venivano in vettura o in velocipede a diporto fin là giù. Anzi un giorno tre velocipedisti, certo tre forestieri, forse tre romani, erano rimasti più di mezz’ora a volteggiare e a fare gli otto su