Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu/276

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moglie di andare a Firenze e induce anche me a seguirli. Ora appena potei sapere e capire che le relazioni tra il gigante e la piccola moglie erano tornate allo statu quo ante, la ferocia di Bianca ricominciò. Un giorno, risoluto a salvarmi mentre ella nella mia camera all’Hôtel Savoy davanti allo specchio si riavviava i capelli neri ritirandosi a volta di un passo per giudicare l’acconciatura, io che ancora ero sdraiato sul letto e fumavo, le domandai improvvisamente: «Dì un pò, Bianca, tuo marito è molto.... molto cattivo?» Ed ella dopo un momento con indifferenza aggiustandosi un ultimo ricciolo con la punta d’una forcinella: «Cattivo? Ma dì cattivissimo, addirittura. È terribile. Bindo mio», e si mise a ridere pian piano d’un risetto gutturale come fanno le piccole puledre quando provano a nitrire. Io osai: «Più cattivo di me?» Ella con la stessa serenità, lentamente disse come pesando la sentenza: «Ancora non potrei giudicare. Ma... credo di più». Poi si voltò e corse a baciarmi mormorando da presso tra i capelli su gli orecchi: «Ma ti paiono cose belle da domandare, queste?» Ho resistito settembre a Firenze; ottobre, novembre e decembre a Roma. Il giorno avanti a Natale ella, ridendo ridendo, a un’altra domanda mia ti-