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DELFT. 115

file d’alberi, fiancheggiate da casette rosse, pavonazze, rosee, listate di bianco, che sembran contente d’esser pulite; ad ogni crocicchio s’incontrano e si corrispondono due o tre ponti di pietra o di legno colle spallette tinte di bianco; non si vede che qualche barcone immobile che par che gusti la dolcezza dell’ozio; poca gente, le porte chiuse, nessun rumore.

Mi diressi verso la Nuova chiesa guardando qua e là se c’erano i famosi nidi delle cicogne; ma non ne vidi. La tradizione delle cicogne di Delft è però sempre viva, e non c’è viaggiatore che scriva di quella città senza rammentarla. Il Guicciardini la chiama "cosa memorabile e tale che di cosa simile non c’è forse memoria alcuna antica o moderna." Il fatto avvenne al tempo del grande incendio che distrusse quasi tutta la città. V'erano in Delft innumerevoli nidi di cicogne. Bisogna sapere che le cicogne son gli uccelli prediletti dell’Olanda; gli uccelli del buon augurio, come le rondini; che son cercate da per tutto, perchè fanno la guerra ai rospi e ai topi; che i contadini piantano delle pertiche con su un gran disco di legno per attirarle a farvi il nido; e che in alcune città si vedon passeggiar per le strade. A Delft dunque ve n’erano dei nidi innumerevoli. Quando l’incendio scoppiò, che fu il tre di maggio, i cicognini erano già grandicelli; ma non potevano ancora volare. Vedendo avvicinarsi il fuoco, le cicogne padri e madri tentarono di portare in salvo i loro piccini; ma eran già troppo pesanti; e dopo